Descrizione
Prima di diventare Signori di Mantova, i Gonzaga vivevano nella loro "Contea di Marmirolo", nel cuore della quale si erano fatti costruire un massiccio palazzo; quando, però, la potente famiglia poté giungere alla Signoria di Mantova, il vecchio edificio non parve più adeguato alla nuova dignità principesca. Fu allora che si pensò alla costruzione di dimore che potessero meglio appagare la smodata ambizione gonzaghesca, non mai smentita nell'interrotto dominio di quasi quattro secoli.
Fin dal 1460 il Marchese Ludovico aveva fatto costruire in Goito un bel Palazzo aggiungendovi un vasto Parco e Francesco, verso il 1500, lo abbellì di pitture e decorazioni popolando il Parco di numerosissimi e svariatissimi animali selvatici; divenne poi questa la residenza preferita del Duca Guglielmo, ch'egli rese magnifica secondo i suoi gusti personali. Benché compiuta negli ultimi anni della sua vita (1584-85-86-87), l'opera riuscì un gioiello d'arte, che nulla ebbe da invidiare alle più rinomate ville dei Gonzaga. Gian Battista Intra ce ne ha lasciato una fedele minuta descrizione: «Sotto il nome di Castello di Goito, si comprendono le fortificazioni del Borgo, la rocca propriamente detta, il palazzo e il gran parco; di tutto l'insieme abbiamo nell'archivio Gonzaga un tipo disegnato nel 1706 da Domicilio Moscatelli – Battaglia, prefetto delle fabbriche ducali».
Le fonti cui dice di attingere l'Intra sono: La descrizione in data 25 gennaio 1537 lasciata dal testimone oculare Giusti di S. Benedetto, le lettere dei segretari e agenti del Duca e quelle degli architetti e pittori.
Con la Dinastia dei Gonzaga finirono anche parecchi dei loro monumenti artistici, tra cui la famosa Villa di Goito; è vero che gli avvenimenti spiccioli, per grandi che siano, sono minimi proiettati nel tempo, ma al solerte amatore della propria terra, non può e non deve sfuggire la scomparsa di quello che fu il patrimonio artistico dei suoi avi.
Perdite inesorabili, perché era più grande nella nostra città e nei suoi territori la profusione dei monumenti e delle sublimi creazioni del genio, che non poteva il turbine delle armi abbattersi sulla terra virgiliana senza rovinare, più o meno irreparabilmente, quel grandioso patrimonio artistico di cui essa era gelosa custode. Comunque, al tempo che fatalmente avrebbe compiuto la sua opera distruggitrice nella villa gonzaghesca di Goito, si aggiunse anche la guerra a infliggerle colpi mortali e ad accelerarne la rovina.
Fin dal 1460 il Marchese Ludovico aveva fatto costruire in Goito un bel Palazzo aggiungendovi un vasto Parco e Francesco, verso il 1500, lo abbellì di pitture e decorazioni popolando il Parco di numerosissimi e svariatissimi animali selvatici; divenne poi questa la residenza preferita del Duca Guglielmo, ch'egli rese magnifica secondo i suoi gusti personali. Benché compiuta negli ultimi anni della sua vita (1584-85-86-87), l'opera riuscì un gioiello d'arte, che nulla ebbe da invidiare alle più rinomate ville dei Gonzaga. Gian Battista Intra ce ne ha lasciato una fedele minuta descrizione: «Sotto il nome di Castello di Goito, si comprendono le fortificazioni del Borgo, la rocca propriamente detta, il palazzo e il gran parco; di tutto l'insieme abbiamo nell'archivio Gonzaga un tipo disegnato nel 1706 da Domicilio Moscatelli – Battaglia, prefetto delle fabbriche ducali».
Le fonti cui dice di attingere l'Intra sono: La descrizione in data 25 gennaio 1537 lasciata dal testimone oculare Giusti di S. Benedetto, le lettere dei segretari e agenti del Duca e quelle degli architetti e pittori.
Con la Dinastia dei Gonzaga finirono anche parecchi dei loro monumenti artistici, tra cui la famosa Villa di Goito; è vero che gli avvenimenti spiccioli, per grandi che siano, sono minimi proiettati nel tempo, ma al solerte amatore della propria terra, non può e non deve sfuggire la scomparsa di quello che fu il patrimonio artistico dei suoi avi.
Perdite inesorabili, perché era più grande nella nostra città e nei suoi territori la profusione dei monumenti e delle sublimi creazioni del genio, che non poteva il turbine delle armi abbattersi sulla terra virgiliana senza rovinare, più o meno irreparabilmente, quel grandioso patrimonio artistico di cui essa era gelosa custode. Comunque, al tempo che fatalmente avrebbe compiuto la sua opera distruggitrice nella villa gonzaghesca di Goito, si aggiunse anche la guerra a infliggerle colpi mortali e ad accelerarne la rovina.
Indirizzo e punti di contatto
| Nome | Descrizione |
|---|---|
| Indirizzo | Piazza Giacomo Matteotti, 27 |
Mappa
Indirizzo: Str. Torre, 26, 46044 Goito MN, Italia
Coordinate: 45°15'25,1''N 10°40'34,9''E
Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)
Modalità di accesso
Accesso libero